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Jelly Bean: il segreto dei 60fps che rende la UI di “Burro”

Una delle novità maggiori introdotte in Jelly Bean è il miglioramento significativo delle velocità dell’interfaccia e delle animazioni. Una fluidità che è stata raggiunta grazie al nuovo dialogo che è stato creato tra GPU e CPU e che permette di avere un’interfaccia “burrosa”, scorrevole e decisamente reattiva. Google lo ha chiamato Project Butter e di fatto permette di spingere la UI di Android 4.1 fino a 60fpsComplice l’aggiornamento per Galaxy Nexus, abbiamo testato il tutto per capire se effettivamente questa maggiore piacevolezza d’uso si riesca a percepire.

La risposta è fondamentalmente si e il miglioramento lo si apprezza su Galaxy Nexus e, leggendo i pararei di chi ha provato Nexus 7, lo si riesce ad apprezzare ancora di più su CPU Tegra 3 Quad Core.

Ma cosa rende il Project Butter speciale per Jelly Bean? Fondamentalmente sono tre cose:

  • Vsync
  • Il triplo buffering
  • La risposta al tocco


Vsync
 permette di migliorare le prestazione grafiche di Android portanto l’interfaccia a 60fps (ovviamente su device supportati). Per riuscire ad ottenere un beneficio completo e importante in tutti i reparti, in Android 4.1 è stato esteso il vsync timing a tutto il framework permettendo di interagire con disegni, icone e animazioni.

Il triplo buffering è in pratica un’insieme di ottimizzazioni che permettono di far lavorare in sincrono CPU, GPU e Display. Il triplo buffering permette di far lavorare questi reparti insieme al fine di rendere le animazioni migliori, più piacevoli, fluide e migliorando il framerate e il render.

La risposta al tocco permette di far capire al sistema che stiamo per utilizzare il telefono e in pratica, spinge al massimo la GPU per portare fino a 60fps la UI. Appena toccheremo lo schermo, sbloccando il device o altro, Jelly Bean utilizzerà al massimo le risorse hardware per migliorare l’esperienza d’uso quotidiana.

Immagine anteprima YouTube

Queste tre cose, combinate insieme, permettono di avere quell’effetto burro che fino ad oggi mancava ad Android. Nella pratica la differenza si sente e il passaggio tra applicazioni, l’apertura dei programmi e la gestione generale sembra essere più morbida e piacevole. Maggiore sarà l’hardware, migliore potrà essere l’esperienza offerta dal Project Butter.

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