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Ad ottobre arrivò Siri, il primo assistente vocale per smartphone sul quale Apple ha creato la campagna mediatica per lanciare e commercializzare iPhone 4s. A Febbraio è arrivato S-Voice, la risposta di Samsung a Siri con alcune funzionalità simili e un approccio vocale analogo con il supporto all’italiano, mancante su iOS e adesso pronto ad arrivare con iOS 6. Altre proposte di sviluppatori esterni e software house sono state poi presentate in questi mesi fino all’arrivo di Google.

Confrontando l’annuncio di Google al Google I/O delle nuove funzionalità Voice Search alla presentazione fatta da Apple, verrebbe da pensare che l’implementazione, da parte del gigante della ricerca, delle funzioni vocali sia blanda, non all’altezza del concorrente diretto e tale da non essere sbandierata come una funzionale decisamente importante. Noi, utilizzando da giorni Jelly Bean, non abbiamo ancora apprezzato il nuovo Voice Search viste le limitazioni per la nostra lingua ma, vedendo il video che segue, siamo rimasti basiti davanti alla precisione e potenzialità offerte dall’assistente vocale di Google.

Che si preferisca Siri o Google Search o che si ritengano entrambe le scelte inutili e poco pratiche non è importante, quello che è palese è come il software Google riesca ad offrire risultati di vario tipo in modo rapido, diretto e sopratutto con 47 domande di fila alle quali il Voice Search di Jelly Bean non risponde mai in maniera errata e non interpreta mai in modo sbagliato!

Il tutto condito da risposte chiare, con una voce “umana” decisamente piacevole (un altro pianeta rispetto agli altri assistenti vocali) e con risultati visivi e informazioni aggiuntive rispetto alla domanda che viene posta dal protagonista del video. In pratica un software evoluto, arrivato sul mercato adesso e quindi ancora in piena fase di sviluppo, annunciato al Google I/O, praticamente non pubblicizzato ma che, di fatto, sembra poter offrire qualcosa in più rispetto alla concorrenza. Il tutto integrato, bello, semplice e immediato nell’utilizzo.

Guardare per credere:

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